Attalo e i Rodioti erano ora minacciati direttamente dallo stesso pericolo che pochi anni prima li aveva spinti a muovere guerra a Filippo; ed era naturale che essi cercassero di attirare i Romani in questa guerra come avevano fatto per quella precedente.
Gią nel 555-6=199-8 Attalo aveva chiesto ai Romani un aiuto armato contro Antioco, il quale aveva invaso il suo territorio, mentre le sue truppe erano occupate nella guerra combattuta dai Romani.
I Rodioti, pił energici, ebbero persino il coraggio di dichiarare ad Antioco, allorchč nella primavera del 557=197 la sua flotta veleggiava lungo la costa dell'Asia minore, che essi avrebbero considerato come una dichiarazione di guerra l'oltrepassare le isole Chelidonie (sulle coste della Licia) e, poichč Antioco non ne fece caso, essi, incoraggiati dalla notizia appena giunta della battaglia di Cinocefale, incominciarono immediatamente la guerra e protessero attivamente contro il re le pił importanti cittą della Caria: Cauno, Alicarnasso, Mindo e l'isola di Samo.
Anche alcune cittą semilibere che si erano assoggettate al re e particolarmente le pił importanti, come Smirne, Alessandia Troade, e Lampsaco, alla notizia della caduta di Filippo, si fecero egualmente animo a resistere ad Antioco; e le fervide loro preghiere si unirono a quelle dei Rodioti.
Non č da porsi in dubbio che Antioco, per quanto fosse capace di concepire e mantenere una presa risoluzione, avesse sino d'allora stabilito tra sč non soltanto d'impossessarsi dei possedimenti egizi nell'Asia, ma di mettersi sulla via delle conquiste per proprio conto anche in Europa, ed a quest'effetto, se non di cercare, almeno di arrischiare una guerra contro Roma.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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