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      L'Eubea, perciò, era perduta pei Romani.
      Sempre nell'inverno, d'accordo cogli Etoli e cogli Atamani, Antioco fece un tentativo per conquistare la Tessalia; furono occupate le Termopili, fu presa Fere insieme con altre città, ma Appio Claudio arrivò alla testa di 2000 uomini da Apollonia, liberò Larissa e vi prese posizione.
      Stanco della campagna d'inverno, Antioco preferì ritirarsi nel suo delizioso palazzo in Calcide, dove viveva splendidamente e dove, malgrado i suoi cinquant'anni ed i suoi piani di guerra, celebrò le nozze con una bella calcidese.
      Così passò l'inverno del 562-563=192-191 senza che Antioco avesse fatto molto di più che scrivere continuamente in Grecia - ciò che indusse un ufficiale romano a dire che Antioco guerreggiava colla penna e coll'inchiostro.
      Appena iniziatasi la primavera del 563=191 lo stato maggiore dei Romani arrivò presso Apollonia.
      Manlio Acilio Glabrio, uomo di basso stato ma serio, temuto tanto dal nemico quanto dai suoi soldati, era il duce supremo; Gaio Livio comandava la flotta, e fra i tribuni militari v'erano Marco Porcio Catone, il vincitore della Spagna, e Lucio Valerio Flacco, i quali, seguendo l'antico costume romano, non disdegnavano, benchè avessero coperto la suprema carica, di rientrare nell'esercito come semplici comandanti di legione.
      Essi conducevano seco rinforzi di navi e di uomini, cavalieri numidi ed elefanti mandati da Massinissa, nonchè la autorizzazione del senato di accettare dagli alleati non italici truppe ausiliarie sino a 5000 uomini, così che il numero complessivo delle forze dei Romani fu portato a 40.000 combattenti.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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