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      Nello spazio tra le due linee erano 54 elefanti, distribuiti tra le schiere della falange e la cavalleria pesante.
      I Romani non disposero che pochi squadroni sull'ala sinistra perchè già coperta dal fiume; la massa della cavalleria e tutte le truppe armate alla leggera erano collocate sull'ala destra comandata da Eumene; le legioni formavano il centro.
      Eumene incominciò la battaglia lanciando i suoi cavalieri tiratori e i frombolieri contro i carri falcati, coll'ordine di mirare ai cavalli; in breve tempo non solo si mise la confusione tra questi, ma con essi furono trascinati anche coloro che cavalcavano i dromedari, ed il disordine andava già propagandosi persino nell'ala sinistra della cavalleria pesante che teneva dietro nella seconda linea.
      Eumene si gettò subito con tutta la cavalleria romana, forte di 3000 cavalli, sulla fanteria mercenaria che si trovava nella seconda linea, tra la falange e l'ala sinistra della cavalleria pesante, e, quando questa piegò, fuggirono anche i catafratti, fra i quali si era già propagato il disordine.
      La falange che aveva lasciato il passo alle truppe leggere e si disponeva ad attaccare le legioni, fu paralizzata dall'attacco di fianco della cavalleria ed obbligata a sostare e far fronte da ambe le parti, per cui le fu propizia la sua formazione in due file profonde.
      Se la cavalleria pesante asiatica fosse stata pronta, la battaglia avrebbe potuto risollevarsi, ma l'ala sinistra era rotta, e la destra, comandata da Antioco in persona, inseguendo il piccolo distaccamento di cavalleria romana che le stava di fronte, aveva raggiunto il campo romano, che con gran fatica potè difendersi da questo attacco.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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