Ma i frombolieri e i tiratori romani, che avevano avuto così spesso ragione dei Celti, nuovi alle loro armi, - quasi come ai tempi nostri avviene del fucile contro i selvaggi - forzarono le alture, e i Celti ebbero la peggio in una di quelle battaglie, come se ne sono combattute tante prima e più tardi sul Po e sulla Senna, ma che qui apparve quasi strana quanto la presenza inopinata della razza nordica fra le nazioni greche e frigie.
Il numero dei morti e, più ancora, quello dei prigionieri, fu tra i Celti dei due cantoni, enorme. I sopravvissuti si salvarono al di là del fiume Ali nel terzo cantone celtico dei Trocmi, che il console non assalì.
Questo fiume era il confine al quale i dirigenti della politica romana d'allora avevano deciso di arrestarsi. La Frigia, la Bitinia, la Paflagonia dovevano diventare dipendenti di Roma; le regioni più ad oriente furono invece abbandonate a se stesse.
14. Ordinamento dell'Asia minore. L'ordinamento dell'Asia minore fu regolato in parte dal trattato conchiuso con Antioco (565=189), in parte colle disposizioni di una commissione romana presieduta dal console Volso.
Oltre la consegna di ostaggi, fra i quali il più giovane figlio omonimo di Antioco, ed una contribuzione di guerra in proporzione ai tesori dell'Asia, consistente in 15.000 talenti euboici (circa 91.500.000), un quinto da versarsi subito, il resto in dodici rate annue, fu imposta ad Antioco la cessione di tutti i suoi possedimenti in Europa, e nell'Asia minore di tutti i territori a nord del Tauro e ad occidente dalla foce del Cutro fra Aspendo e Perge in Pamfilia, cosicchè nell'Asia anteriore (Anatolia) non gli rimasero altro che la Cilicia e la Pamfilia.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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