Naturalmente, il suo protettorato sui regni e sulle signorie nell'Asia anteriore cessò.
L'Asia, o per meglio dire la Siria, poichè così ora più comunemente e propriamente si chiamò il regno dei Seleucidi, perdette il diritto di fare guerre aggressive agli stati occidentali, e, nel caso di una guerra difensiva, di acquistare una parte del loro paese allo stipulare della pace. Fu vietato al re di Siria di navigare con vascelli da guerra sul mare ad occidente della foce del Calicadno nella Cilicia, eccetto che per condurre ambasciatori, ostaggi o tributi; di tenere in generale più di dodici navi a ponte, eccetto il caso di una guerra difensiva; di addestrare elefanti per la guerra; finalmente gli fu tolto di fare arruolamenti negli stati occidentali o di accogliere fuggiaschi politici o disertori provenienti dai medesimi.
Il re consegnò i vascelli da guerra eccedenti il numero stabilito, gli elefanti ed i rifugiati politici che si trovavano presso di lui.
In compenso il gran re ricevette il titolo di «amico della repubblica romana».
Lo stato della Siria era quindi, per mare e per terra, cancellato dall'occidente e per sempre; ed abbiamo una chiara prova della fiacca e sconnessa organizzazione del regno dei Seleucidi nel fatto che, fra tutte le grandi potenze debellate da Roma, questa fu la sola che, dopo la prima sconfitta, non avesse più tentato di ricorrere una seconda volta alla decisione delle armi.
Le due Armenie che erano rimaste fino allora, almeno di nome, satrapie asiatiche, si mutarono, se non veramente in virtù del trattato romano, almeno sotto l'influenza di esso, in regni indipendenti, e i loro signori Artaxia e Zariadris divennero fondatori di nuove dinastie.
| |
Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
|
|
Asia Asia Siria Seleucidi Siria Calicadno Cilicia Siria Seleucidi Roma Armenie Artaxia Zariadris
|