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      I Romani non riportarono dall'oriente altro che onore ed oro, ricompense che, sino d'allora, solevano già accoppiarsi nella pratica forma dell'indirizzo di ringraziamento.
      15. Ordinamento della Grecia. La Grecia europea, sconvolta essa pure da questa guerra asiatica, abbisognava di un nuovo ordinamento. Gli Etoli, i quali non erano ancora giunti a riconoscere la loro nullità, dopo l'armistizio conchiuso con Scipione nella primavera del 564=190, avevano non solo reso mal sicuro il commercio tra l'Italia e la Grecia coi loro corsari di Cefalonia, ma, ingannati da false notizie sullo stato delle cose in Asia(9), avevano commessa, forse ancora durante l'armistizio, la stoltezza di riporre Aminandro sul suo trono atamano e di guerreggiare con Filippo nelle provincie limitrofe dell'Etolia e della Tessalia da lui occupate. Filippo, nei conflitti, ebbe spesso la peggio.
      Era quindi naturale che Roma, alla loro domanda di far la pace, rispondesse collo sbarco del console Marco Fulvio Nobiliore. Egli raggiunse nella primavera del 565=189 le legioni e con un assedio di quindici giorni s'impadronì di Ambracia dopo una capitolazione onorevole per la guarnigione, mentre contemporaneamente i Macedoni, gli Illiri, gli Epiroti, gli Acarnani e gli Achei si gettarono sugli Etoli.
      Pensare per questi ad una vera resistenza era impossibile; dietro le loro replicate istanze di pace, i Romani desistettero dalla guerra e accordarono loro tali condizioni, che, trattandosi di miserabili e malvagi avversari, devono dirsi eque.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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