La Macedonia aveva infatti assunto un aspetto ben diverso da quello che aveva quando era stata sorpresa dalla seconda guerra con Roma; le sue forze erano per lo meno raddoppiate; con forze, senza dubbio, molto inferiori, Annibale aveva potuto scuotere la potenza di Roma dalle sue fondamenta.
4. Tentata coalizione contro Roma. Non così favorevoli erano le relazioni con l'estero.
Era naturale che la Macedonia riesumasse ora i piani di Annibale e d'Antioco, e tentasse di mettersi alla testa di una coalizione di tutti gli stati oppressi contro la supremazia di Roma; e, di fatti, dalla corte di Pidna partivano le fila in tutte le direzioni.
Ma il successo fu meschino. Pur ritenendosi che la fedeltà dei popoli italici verso Roma vacillasse, nessuno, fosse amico o nemico, poteva illudersi che fosse possibile una ripresa della guerra sannitica. Le conferenze notturne degli inviati macedoni col senato Cartaginese, denunziate da Massinissa a Roma, non potevano spaventare uomini seri e avveduti, quand'anche non fossero state - come è probabilissimo - inventate.
La corte macedone cercò di attrarre nel suo piano i re della Siria e della Bitinia col mezzo di matrimoni reciproci; ma da questi sforzi non s'ottenne altro risultato che quello di vedere prostituita, una volta di più, l'immortale ingenuità della diplomazia di voler conquistare paesi col mezzo di matrimoni di corte.
Qualsiasi tentativo per guadagnare Eumene sarebbe stato ridicolo, e perciò gli agenti di Perseo l'avrebbero spacciato volentieri presso Delfo al suo ritorno da Roma, dove egli aveva brigato contro la Macedonia; ma il bel disegno andò fallito.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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