Questa spedizione della flotta rodiota parve per lo meno una dimostrazione; e lo fu, certamente, quella dell'essersi Perseo, sotto pretesto di una cerimonia religiosa, mostrato ai Greci presso Delfo con tutto il suo esercito.
Che il re per questa guerra facesse assegnamento su codesta propaganda nazionale, era cosa naturale; fu però cosa indegna approfittare della terribile rovina economica della Grecia per stringere alla Macedonia tutti coloro che desideravano un sovvertimento del diritto di proprietà e la cancellazione dei debiti.
È difficile farsi una giusta idea dello straordinario indebitamento dei comuni e dei privati nella Grecia europea, ad eccezione del Peloponneso, che sotto questo rapporto era un po' meglio regolato. Avveniva persino che una città aggredisse e saccheggiasse l'altra solo per denaro; così gli Ateniesi saccheggiarono Oropo. Presso gli Etoli, i Perrebei e i Tessali, tra possidenti e nullatenenti si venne a vere battaglie.
Non occorre dire che in queste circostanze si commettevano i più orrendi misfatti; così dagli Etoli fu proclamata una generale amnistia e conclusa una nuova pace generale col solo intento di far rientrare un gran numero di emigrati ed assassinarli. I Romani tentarono di farsi mediatori, ma i loro ambasciatori ritornarono senza aver nulla conchiuso, e riferirono che i due partiti erano ugualmente malvagi e che l'esasperazione non poteva venire calmata.
Non v'era difatti altro rimedio che quello di ricorrere al magistrato o al carnefice; il sentimentalismo ellenico diveniva ora tanto orribile quanto in principio era stato ridicolo.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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