Antioco chiese tempo per risolversi; ma il consolare tracciò col bastone un circolo intorno al re e gl'impose di dichiararsi prima di oltrepassarlo. Antioco rispose che ubbidiva, e Popilio partì per la sua residenza per celebrare quale «dio e brillante apportatore di vittoria» il soggiogamento dell'Egitto al modo dei Romani, parodiando il trionfo di Paolo.
L'Egitto si sottomise spontaneamente al protettorato romano; nello stesso tempo anche i re di Babilonia rinunciarono con questo ultimo tentativo a mantenere la loro indipendenza verso Roma.
Come la Macedonia nella guerra di Perseo, così i Seleucidi fecero nella guerra celeserica l'ultimo sforzo per riguadagnare l'antica loro potenza; merita però considerazione, per la diversità che passava tra i due regni, il fatto che là fu decisa dalle legioni e qui dall'aspra parola di un diplomatico.
15. Precauzioni in Grecia. Nella Grecia propriamente detta, dopo che le due città della Beozia avevano già scontati i loro errori più del naturale, non rimanevano da punire, tra gli alleati di Perseo, che i Molossi.
Per ordine segreto del senato, da Paolo, in un giorno stabilito, furono abbandonati al saccheggio nell'Epiro settanta comuni, e gli abitanti, ascendenti a 150.000, furono tratti in schiavitù. Gli Etoli perdettero Amfipoli, gli Acarnani Leucade per l'ambiguo loro contegno; invece gli Ateniesi, i quali continuavano a rappresentare la parte del poeta mendicante del loro Aristofane, non solo ebbero Delo e Lemno in dono, ma non si vergognarono di chiedere e di accettare il territorio desertico di Aliarto.
| |
Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
|
|
Popilio Egitto Romani Paolo Egitto Babilonia Roma Macedonia Perseo Seleucidi Grecia Grecia Beozia Perseo Molossi Paolo Epiro Etoli Amfipoli Acarnani Leucade Ateniesi Aristofane Delo Lemno Aliarto
|