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      Così s'era fatta qualche cosa per le Muse; molto di più rimaneva da farsi per la giustizia.
      In ogni città esisteva un partito macedonico e quindi incominciarono in tutta la Grecia i processi per alto tradimento.
      Coloro che avevano servito sotto le bandiere di Perseo furono immediatamente messi a morte; s'inviarono a Roma quelli che apparivano compromessi in base alle carte del re o per denunzia degli avversari politici, che si prestavano in gran numero a simile ufficio, nel quale si distinsero particolarmente l'acheo Callicrate e l'etolo Licisco.
      In questo modo furono allontanati dalla patria i più ragguardevoli patrioti della Tessalia, dell'Etolia, dell'Acarnania, di Lesbo e di altre province e specialmente più di mille Achei; la quale misura non era stata presa tanto per fare il processo a questi deportati, quanto per rendere innocua la puerile opposizione degli Elleni.
      Stanco delle eterne preghiere affinchè si ordinasse la procedura, il senato dichiarò apertamente agli Achei, i quali, come al solito, non si mostrarono soddisfatti se non quando ebbero la risposta da essi presentita, che quegli individui rimarrebbero in Italia sino a nuovo ordine. Essi furono confinati nelle città di provincia e trattati benevolmente, soltanto i tentativi di fuga furono puniti con la morte. Eguale trattamento sarà toccato, è da presumersi, agli antichi impiegati asportati dalla Macedonia.
      Considerato lo stato delle cose, questo espediente, per quanto fosse duro, era il più mite; i greci fanatici del partito romano erano poco contenti che non si facesse maggior uso della scure.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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