9. Amministrazione interna. Ma pure apprezzando il prodigioso modo di procedere del senato romano di fronte ai nemici esterni, coronato dai più meravigliosi successi, non si deve passare sotto silenzio che nella amministrazione degli affari interni dello stato di minore apparenza, ma di maggiore importanza e difficoltà, si manifesta, tanto pel mantenimento delle leggi esistenti quanto nelle nuove istituzioni, uno spirito quasi opposto, o, per parlare più giustamente, che la direzione contraria è qui preponderante.
Relativamente al singolo cittadino il governo prima di tutto non è più quello che era. Si chiama magistrato l'uomo che è qualche cosa più degli altri; e se egli è il servo della repubblica è appunto perciò il padrone di ogni cittadino.
Dove lo spirito di parte e gli intrighi per ottenere impieghi sono così in uso come nella Roma di quel tempo, si evita di mettere a repentaglio con severe censure e coscienziose gestioni il mutuo scambio di servigi fra colleghi ed il favore delle masse.
Se qualche volta si presentano magistrati con l'antica gravità e coll'antico rigore, come ad esempio Cotta e Catone (502=252), d'ordinario essi sono uomini nuovi, non sorti dal seno della classe dei nobili. E Paolo dette una prova d'indipendenza quando, eletto supremo duce nella guerra contro Perseo, invece di rendere grazie ai cittadini, come si praticava, dichiarò loro che riteneva l'avessero nominato a quella carica perchè lo consideravano il più capace a comandare e che perciò ora li pregava di starsene zitti e di obbedire.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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Amministrazione Roma Cotta Catone Paolo Perseo
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