E Catone diceva, che non doveva destare meraviglia se «i cittadini più non davano ascolto ai buoni consigli perchè il ventre non aveva orecchi».
19. Feste popolari. I divertimenti popolari si andavano moltiplicando in modo impressionante. Per lo spazio di cinque secoli il comune si era accontentato di una sola festa popolare annua e d'un solo circo. Gaio Flaminio, il primo demagogo romano di professione, vi aggiunse una seconda festa ed un secondo circo l'anno 534=220(27), e con queste istituzioni, il cui carattere è sufficientemente indicato dalla denominazione della nuova festa «giuochi plebei», ottenne certamente il permesso di dare la battaglia presso il lago Trasimeno.
Aperta una volta la strada, non vi fu più alcun ritegno.
La festa in onore di Cerere, dea protettrice dell'ordine plebeo, deve però essere stata istituita, se pur lo fu, ben pochi anni dopo i giuochi plebei.
Per consiglio delle profezie sibilline e marciche fu sino dal 542=212 istituita una quarta festa popolare in onore di Apollo(28), e l'anno 550=204 vi fu aggiunta una quinta festa in onore della Gran Madre trasportata dalla Frigia a Roma.
Erano questi gli anni difficili della guerra annibalica - alla prima celebrazione dei giuochi apollinari i cittadini furono chiamati dal circo per prendere le armi -, la superstizione insita nel carattere degli Italici era febbrilmente eccitata, e non mancarono quelli che ne approfittarono per spargere oracoli sibillini e profezie e con questi mezzi insinuarsi nell'animo della moltitudine; e noi non vorremo biasimare il governo, il quale era obbligato ad esigere dai cittadini così esorbitanti sagrifici, se esso piegava il capo a simili ciurmerie.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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