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      Le statue ed i monumenti eretti, frequentemente, a spese stesse dell'individuo che ne era onorato, erano diventati così comuni, che si poteva dire ironicamente essere una distinzione quella di non averne.
      Ma simili onorificenze, puramente personali, a lungo andare non bastavano. Fu adottata l'usanza di dare al vincitore di segnalate battaglie ed ai suoi discendenti un soprannome permanente, derivandolo dalle riportate vittorie; a questa usanza dette principalmente origine il vincitore di Zama facendosi chiamare l'Africano, dando a suo fratello il soprannome di Asiatico ed a suo cugino quello di Ispano(29).
      L'esempio dei grandi fu seguìto dagli inferiori.
      Se l'ordine dei governanti non disdegnava di stabilire le classi pei funerali e di decretare un lenzuolo mortuario di porpora per quel trapassato che era stato censore, non poteva aversi a male se i liberti chiedevano di poter almeno ornare i loro figli con la tanto invidiata striscia porporina.
      La tunica, l'anello e la capsula dell'amuleto distinguevano non solo il cittadino e la cittadina dallo straniero e dallo schiavo, ma anche il nato libero dall'individuo che era stato schiavo, il figlio di parenti liberti, il figlio del cavaliere e del senatore dal cittadino comune, il rampollo d'una famiglia curule dal semplice senatore - e tutto questo avveniva in quella repubblica, nella quale tutto ciò che vi era stato di buono e di grande fu opera dell'eguaglianza tra i cittadini!
      La discordia serpeggiante nella repubblica si era insinuata anche nell'opposizione.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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