Pagina (146/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il risultato finale fu quindi la riforma dei comitia centuriata secondo il principio già in vigore per i comitia tributa. Fu questo un cambiamento da valutarsi per la circostanza che, le elezioni, i progetti di legge, le accuse criminali ed in generale tutti gli affari richiedenti il concorso dei cittadini, erano portati innanzi ai comitia tributa e non si convocavano più le numerose centurie se non quando la costituzione lo esigeva assolutamente, come per l'elezione dei consoli, dei censori e dei pretori e per decidere d'una guerra aggressiva.
      Con questa riforma non s'introdusse, quindi, nella costituzione un nuovo principio, ma si rese comune quello che già da lungo tempo era in vigore per la categoria più importante nelle assemblee cittadine.
      La sua tendenza, democratica sì ma non demagogica, appare distintamente nel fatto che i sostegni d'ogni partito veramente rivoluzionario, il proletariato ed i liberti, rimasero trascurati e prima e dopo, tanto nelle centurie come nelle tribù. Ed è perciò che l'importanza pratica di questa innovazione nell'ordine elettorale, che regolava le assemblee popolari, non deve essere sopravalutata.
      L'ultima legge elettorale dette certamente l'ultima spinta all'eguaglianza dei cittadini, ma essa non impedì la contemporanea formazione d'un nuovo ordine politico privilegiato e forse non vi ha nemmeno apportato qualche novità e non è quindi colpa soltanto della tradizione, senza dubbio difettosa, se noi non siamo in grado d'indicare in nessun modo l'influenza pratica esercitata da questa tanto decantata riforma sull'andamento politico delle cose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343