Ordinariamente sopraintendeva il proprietario stesso all'andamento dei suoi beni; non li amministrava però personalmente, ma vi si recava di tempo in tempo per disporre il piano d'economia, ispezionare l'esecuzione delle disposizioni date, e per avere la resa dei conti; cosicchè il proprietario poteva benissimo sfruttare contemporaneamente varie tenute e dedicarsi, secondo le circostanze, agli affari di stato.
2. Oggetti dell'economia. Fra i cereali si coltivavano l'orzo ed il miglio, ma particolarmente la spelta ed il frumento; inoltre venivano coltivate la rapa, il rafano, l'aglio, il papavero, e, per nutrimento del bestiame, in particolar modo lupini, fave, ceci, veccia ed altre erbe foraggere.
Il tempo della semina era l'autunno, solo per eccezione la primavera. V'era grande attività nell'irrigazione e nella bonifica, e il prosciugamento col mezzo dei canali era stato introdotto per tempo. E così non v'era difetto di prati che dessero molto fieno, e già ai tempi di Catone s'irrigavano artificialmente molti luoghi.
Di eguale, se non di maggiore importanza della coltivazione dei cereali, dei legumi e degli erbaggi era quella dell'olivo e della vite, piantandosi quello nel terreno destinato anche alle semine, questa in appositi vigneti(33). Si coltivavano anche i fichi, i meli, i peri e altri alberi fruttiferi, e così pure il pioppo ed altri alberi e arbusti a foglie larghe che servivano sia per lo strame, sia per il foraggio. L'allevamento del bestiame, invece, presso gl'Italici, era molto meno importante di quanto non sia nei tempi moderni, poichè essi in generale si nutrivano di legumi e di erbaggi, e sulle loro mense si vedeva la carne solo per eccezione, e questa era quasi sempre di maiale e di agnello.
| |
Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
|
|
Oggetti Catone Italici
|