Nei paesi più fertili in cereali, nell'odierna Romagna e in Lombardia, ai tempi di Polibio, si pagava, pel vitto e per l'alloggio nelle osterie, in media un mezzo asso al giorno (2 cent. e 1/2); lo staio di frumento costava allora mezzo danaro (40 cent. circa). Quest'ultimo prezzo, che è il dodicesimo del consueto prezzo normale(38), prova con incontestabile chiarezza, che i cereali italiani non avevano assolutamente vendita; in conseguenza di che, tanto il grano quanto il terreno che lo produceva, erano deprezzati.
8. Riforma nell'agricoltura romana. In un grande stato industriale, la cui agricoltura non basta a nutrire la popolazione, un tale risultato si sarebbe dovuto considerare vantaggioso o per lo meno assolutamente non dannoso; ma un paese come l'Italia, ove l'industria era cosa da poco e l'agricoltura l'oggetto principale, progredendo su questa via, sarebbe stato sistematicamente rovinato ed il benessere universale sagrificato nella maniera più ignominiosa agli interessi della popolazione della capitale essenzialmente parassita, per il quale il prezzo del pane non era mai abbastanza basso.
In nessun luogo è forse più chiaramente provato quanto fosse difettosa la costituzione e quanto inetto il governo di quella cosiddetta età dell'oro della repubblica. Il più meschino sistema rappresentativo avrebbe per lo meno fatto nascere seri reclami ed avrebbe condotto alla scoperta della sede del male; ma in quelle assemblee popolari tutto si ascoltava fuorchè l'ammonizione del patriota previdente.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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