I capitalisti non prestavano più denaro contro interesse ai contadini - costume che non era più praticabile perchè i piccoli possidenti non davano allora alcun notevole profitto - ma acquistavano i terreni dei contadini e li convertivano in poderi coltivati da schiavi.
Ed anche questa chiamavasi agricoltura; era, di fatto, l'applicazione dell'economia capitalistica alla produzione del suolo.
La descrizione che Catone fa dell'agricoltura, è eccellente e perfettamente giusta; ma come corrisponde essa al sistema da lui stesso descritto e raccomandato? Se un senatore romano possedeva quattro poderi simili a quello descritto da Catone, e questo non era caso raro, sullo stesso terreno in cui, al tempo delle prospere piccole tenute, vivevano da cento a centocinquanta famiglie rurali ora viveva una famiglia di persone libere con circa cinquanta schiavi, per la massima parte celibi.
Se questo era il farmaco destinato a sorreggere la cadente economia nazionale, esso era disgraziatamente peggiore del male.
19. Sviluppo della popolazione d'Italia. Il risultato generale di questo sistema d'economia appare manifesta nelle mutate condizioni della popolazione.
È ben vero che la situazione dei distretti italici era molto ineguale, ed in parte la si poteva dire persino buona.
I piccoli poderi stabiliti in gran numero nella regione tra gli Appennini ed il Po al tempo della sua colonizzazione, non scomparvero così presto. Polibio, il quale visitò il paese non molto dopo la fine di questo periodo, celebra la sua numerosa, bella, forte popolazione; mediante una equa legislazione sui cereali sarebbe stato possibile ridurre la vallata del Po, invece della Sicilia, a granaio della capitale.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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