2. Funerali dei romani. Era questa una cerimonia singolare, a cui i cittadini erano invitati dal pubblico banditore colle parole: «Quel guerriero è trapassato; chi può venga ad accompagnare Lucio Emilio; egli sarà portato via da casa sua».
Il convoglio si apriva con le lamentatrici, le quali erano seguìte dai musicanti e dai danzatori; uno di questi appariva coi vestiti e colla maschera del morto, e, imitandolo con i gesti, cercava di farlo presente un'ultima volta alla moltitudine.
Veniva poi la parte più singolare e più grandiosa della cerimonia: la processione degli antenati, di fronte alla quale scompariva ogni altra pompa, tanto che i veri nobili romani prescrissero ai loro eredi di limitare i loro funerali a questa processione.
Abbiamo già accennato che le immagini di quegli antenati, che avevano ricoperto la carica di edile curule o un'altra ordinaria magistratura suprema, riprodotte in cera e dipinte, e, per quanto possibile, modellate sul vero - fra le quali non mancavano quelle riferibili ai tempi dei re, e più remote ancora - solevano venire esposte lungo le pareti della sala di ricevimento entro nicchie di legno, ed erano considerate come il più bell'ornamento della casa.
Quando un membro della famiglia era colpito dalla morte, si vestivano con quelle maschere e coi relativi costumi persone adatte, di preferenza amici, in modo che gli antenati, ciascuno nel principale ornamento da lui portato in vita, il trionfatore col manto trapunto d'oro, il censore col manto di porpora, il console col suo manto guarnito di porpora, coi littori e cogli altri distintivi delle cariche, tutti sopra carri, rendevano al trapassato gli ultimi onori.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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Funerali Lucio Emilio
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