Pagina (199/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      3. Il nuovo ellenismo. Ma i Romani erano ora pervenuti ad una crisi di transizione. Come la potenza di Roma non si limitava più alla signoria d'Italia, ma si estendeva molto di là verso ponente e verso levante, così era passato anche il tempo dell'antico costume italico, e sorgeva ad occupare il suo posto la civiltà ellenica.
      Veramente l'Italia si trovò sotto l'influenza greca dacchè essa ebbe una storia.
      Noi abbiamo già narrato come la giovane Grecia e la giovane Italia si scambiassero reciprocamente, con una certa semplicità ed originalità, gl'impulsi intellettuali; come in epoca posteriore Roma, in modo più palese, si sforzasse di appropriarsi per uso pratico la lingua e le invenzioni dei Greci. Ma l'ellenismo dei Romani di quest'epoca era, nelle sue cause e nei suoi effetti, una cosa essenzialmente nuova.
      I Romani incominciavano a sentire il bisogno di una vita intellettuale più ricca e quasi a spaventarsi della loro mentale nullità.
      Chè, se persino nazioni ricche di doti artistiche, come l'inglese e la tedesca, non hanno sdegnato nelle pause della loro attività produttrice di servirsi della meschina(48) coltura francese come di riempitivo, non può destare meraviglia se la nazione italica si gittò con ardente smania tanto sugli stupendi tesori, quanto sulle ripugnanti brutture dello sviluppo intellettuale della Grecia. Ma ciò che spinse i Romani, irresistibilmente, nel vortice ellenico, aveva qualche cosa di più profondo e di più intimo.
      La civiltà ellenica si chiamava ancora ellenica, ma essa non era più tale; era piuttosto umanitaria e cosmopolita.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Romani Roma Italia Italia Grecia Italia Roma Greci Romani Romani Grecia Romani