Essa aveva risolto completamente il problema nel campo intellettuale, e, in un certo grado, anche in quello politico, di formare, cioè, un tutto da una massa di diverse nazioni; e siccome ora lo stesso compito, benchè entro più vasti confini, era passato a Roma, questa adottò, insieme colla rimanente eredità di Alessandro il grande, anche l'ellenismo.
Perciò l'ellenismo non fu allora considerato nè un mero stimolo, nè una cosa secondaria; ma s'insinuò nelle più intime midolla della nazione italica.
I severi costumi italici si dibattevano naturalmente contro l'elemento straniero. Soltanto dopo la più fiera lotta il contadino italico abbandonò il campo al cosmopolita della capitale, e come in Germania il frac dei Francesi fece rinascere l'abito nazionale tedesco, così la reazione contro l'ellenismo destò in Roma una tendenza ostile per principio all'influenza greca in un modo assolutamente sconosciuto ai secoli antecedenti, e così facendo cadde, non di rado, in evidenti goffaggini e ridicolaggini.
4. Ellenismo nella politica. Non vi fu campo dell'umano pensiero e delle umane azioni, nel quale non fosse stata portata questa lotta del vecchio e del nuovo costume.
Ne furono dominate persino le relazioni politiche.
Il progetto fantastico di emancipare i Greci, di cui abbiamo narrato il ben meritato infausto esito; il pensiero affine a detto progetto, egualmente ellenico, della solidarietà delle repubbliche contro i re, e la propaganda dei governi ellenici contro il dispotismo orientale - principî che regolarono il trattamento della Macedonia - sono le due idee fisse della nuova scuola, appunto come il timore dei Cartaginesi era l'idea fissa della vecchia; e se Catone spinse quest'ultima fino ad un eccesso ridicolo, non si mancava di civettare di tanto in tanto, almeno con eguali pazze stravaganze, anche col filellenismo - e così per esempio il vincitore del re Antioco non solo fece collocare in Campidoglio la propria statua in costume greco, ma invece di apporvi in buon nome latino il nome di Asiaticus vi pose il soprannome Asiagenus, che è magnifico e quasi greco, ma che non cessa di essere contrario al buon senso ed alla lingua(49).
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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