Presso i Romani, come oggi nei paesi cattolici, era invalso l'uso di fondare istituti e di assumere obblighi pecuniari permanenti per scopi religiosi.
Queste istituzioni cominciarono a pesare estremamente sulle sostanze, particolarmente dacchè furono considerate dalla suprema autorità spirituale, che era nello stesso tempo la suprema autorità giudiziaria della repubblica, cioè dai pontefici, un onere effettivo, trasmissibile de iure ad ogni erede od altro individuo acquirente del podere - «eredità senza obbligo di sacrifici» era proverbio presso i Romani come presso di noi «rosa senza spine».
L'offerta della decima delle sostanze divenne così comune, che a Roma, col relativo prodotto, si tenevano un paio di volte al mese banchetti pubblici nel campo boario.
Col culto orientale della madre degli dei fu introdotto in Roma, fra altri sconci religiosi, anche l'uso delle collette del quattrino, che si praticavano annualmente in giorni fissi, andando alla cerca di porta in porta.
La classe inferiore dei sacerdoti e degli aùguri, finalmente, non faceva, com'era ben naturale, nulla per nulla; ed è senza dubbio cosa copiata dal vero, quando sulla scena comica dei Romani, nella conversazione tra marito e moglie, insieme al conto della cucina, a quello della levatrice ed a quello dei regali, noi troviamo anche quello delle opere pie:
«Pel prossimo giorno festivo, marito mio, devo avere anche qualche cosa per la strega, per l'indovina, per l'interprete dei sogni e per la levatrice. Se tu vedessi come questa mi guarda!
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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