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      Il traduttore si sarà giustificato dinanzi alla polizia romana dicendo che gli attacchi erano diretti contro gli dei della Grecia e non contro i latini; ma la scusa era evidente. Con i suoi principî Catone aveva ben ragione di perseguitare queste tendenze, ovunque si manifestassero, colla rudezza che gli era propria, e di qualificare Socrate come un corruttore dei buoni costumi e profanatore della religione.
      8. Superstizione nazionale e straniera. La vecchia religione nazionale andava così visibilmente declinando; e a mano a mano che si andavano abbattendo le gigantesche piante dalle foreste vergini, il suolo si copriva di lussureggianti rovi e di erbacce che fino allora non si erano mai vedute.
      La superstizione nazionale e la pseudo-filosofia straniera a volte si confondevano, altre si secondavano, altre si osteggiavano.
      Nessuna popolazione italica si sottrasse a questa trasformazione dell'antica fede nelle nuove superstizioni.
      Come presso gli Etruschi la scienza degl'intestini e delle folgori, così presso i Sabelli, e particolarmente presso i Marsi, era in gran voga quella del volo degli uccelli e quella dei serpenti.
      Noi troviamo simili fenomeni persino presso i Latini, ed in Roma stessa, benchè comparativamente con minor frequenza.
      Di questa specie erano, per esempio, le sentenze di Preneste e la famosa scoperta fatta in Roma nel 573=181 della tomba e degli scritti postumi di Numa, i quali, si dice, prescrivessero inauditi e strani riti religiosi; ma i creduli, per loro mala ventura, non seppero nulla più di questo, come non seppero che i libri avessero l'aspetto di essere stati scritti molto recentemente, poichè il senato s'impossessò del cimelio e fece senz'altro gettare alle fiamme gli scritti.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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