La produzione indigena bastava pienamente a soddisfare qualsiasi bisogno di assurde stranezze; ma i Romani erano lungi dall'accontentarsene.
L'ellenismo di quell'epoca, che traboccava di misticismo orientale, introdusse in Italia, coll'irreligione, anche la superstizione nelle più accese e pericolose sue forme, e questa vertigine, appunto perchè d'origine straniera, aveva una speciale attrattiva.
9. Culto di Cibele. Gli astrologhi e gli indovini della Caldea s'erano sparsi per l'Italia fino dal sesto secolo; ma un fatto importante, che fece epoca nella storia, fu avere accolta la frigia «madre degli dei» nel novero delle divinità pubblicamente riconosciute dalla repubblica; al che il governo aveva dovuto acconsentire durante gli ultimi tristi anni della guerra annibalica (550=204). Fu perciò spedita una speciale ambasceria a Pessinunte, città posta nel territorio dei Celti dell'Asia minore, e la rozza pietra, che quei sacerdoti offrirono generosamente ai forestieri, come la vera madre Cibele, fu mandata a prendere dalla repubblica con pompa inaudita; ed a perpetua ricordanza del felice avvenimento furono fondate delle società nelle classi inferiori, i cui membri si ospitavano per turno, ciò che pare abbia essenzialmente contribuito a promuovere l'incipiente formazione di associazioni di truffatori.
Coll'istituzione di questo culto di Cibele, prese posto ufficialmente in Roma la religione degli orientali; e, se pure il governo insistette fortemente affinchè i sacerdoti evirati delle nuove divinità fossero ancora Celti (Galli, come si chiamavano), e nessun cittadino romano si prestasse a questa evirazione religiosa, pure la barbara pompa della «gran madre», i cui sacerdoti vestiti all'orientale, preceduti dal capo degli eunuchi e da musica barbara di pifferi e di timpani, andavano in processione per le vie mendicando di casa in casa, e tutto quell'insieme sensuale-monastico doveva esercitare una grandissima influenza sulle opinioni e sul giudizio del popolo.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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