Non deve recare sorpresa se in questo stato di cose le autorità scoprissero dei piani d'incendi che dovevano venire appiccati ai quattro angoli della capitale.
Quando l'uomo non trova più diletto al lavoro, e lavora soltanto per arrivare più presto possibile al diletto, è un puro caso se non diventa un delinquente.
Il destino aveva versato sui Romani, con mano generosa, tutto lo splendore del potere e della ricchezza, ma il vaso di Pandora, ch'ebbero insieme, fu davvero un dono di problematico valore.
SESTO CAPITOLOLETTERATURA ED ARTE
1. Filologia. La letteratura romana si sviluppa da basi speciali, che non si riscontrano facilmente presso nessun'altra nazione. Per poterle giustamente apprezzare è necessario anzitutto conoscere l'istruzione popolare e le feste popolari di quel tempo.
La madre di ogni manifestazione intellettuale è la lingua; ciò vale specialmente per Roma.
In una repubblica, dove la parola e gli scritti avevano tanta importanza, dove il cittadino in età che, secondo le nostre idee, si riguarderebbe quasi fanciullesca si dedicava all'amministrazione dei propri beni, e poteva trovarsi nel caso d'arringare nelle pubbliche assemblee, non solo si pose fin dai primi tempi una grande cura perchè la lingua madre fosse facile e corretta, ma si rivolse anche ogni studio perchè i ragazzi imparassero per tempo a parlar bene.
La lingua greca era generalmente diffusa in Italia ai tempi di Annibale.
Fra le alte classi, la conoscenza di questa lingua universale dell'antica civiltà era già assai in voga da molto tempo, e ora, per l'immenso incremento del commercio coi paesi stranieri e in lontane contrade a causa della mutata condizione di Roma, il greco era diventato, se non indispensabile, almeno, secondo ogni apparenza, di massima importanza, tanto per il commerciante quanto per l'uomo di stato.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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