Da molto tempo la letteratura classica, specialmente l'Iliade e più ancora l'Odissea ne erano la base; i numerosi tesori dell'arte e della scienza ellenica erano, quindi, già spiegati dinanzi agli occhi degli Italici.
Senza una propria trasformazione dell'insegnamento accadde naturalmente che lo studio empirico della lingua fu convertito in un insegnamento letterario superiore, che agli scolari fu data, in più larga misura, la coltura generale connessa colla letteratura e che la coltura, così ottenuta, fu impiegata per approfondirsi nella letteratura greca, dominante lo spirito del tempo con le tragedie di Euripide e le commedie di Menandro.
In ugual modo anche l'istruzione latina acquistò una maggiore importanza.
Nella più alta società di Roma s'incominciò a sentire il bisogno se non di sostituire la lingua madre con la greca, almeno di nobilitarla e di adattarla alle mutate condizioni di coltura; e anche per ciò era necessario ricorrere ai Greci.
Il sistema dell'economia domestica dei Romani poneva anche l'istruzione elementare della lingua madre, come ogni altra bassa faccenda prestata per mercede, di preferenza nelle mani di schiavi, di liberti o di stranieri, cioè di preferenza nelle mani di Greci o di semi-greci(55) il che era tanto meno difficile in quanto l'alfabeto latino era quasi uguale al greco, e le due lingue tanto e così stranamente affini.
Ma questo era il meno: l'importanza reale dell'istruzione greca esercitava sullo studio latino una ben maggiore influenza. Coloro che sanno come sia immensamente difficile trovare materie e forme adatte per l'istruzione superiore della gioventù, e come sia ancora molto più difficile liberarsi dalle materie e dalle forme già trovate, comprenderanno che non si poteva supplire al bisogno di una più elevata istruzione latina, se non trasportando in essa lo studio della lingua e della letteratura greca, appunto come oggi, si svolge un simile processo nel trapasso del metodo d'insegnamento dalle lingue morte alle vigenti.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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