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      Anche in questo caso vi era un bisogno esterno cui la nazione non poteva soddisfare; si desiderava avere un teatro e mancavano le commedie.
      3. Principio di una letteratura romana. La letteratura romana nacque in simili circostanze e la povertà fu una conseguenza di questa sua origine.
      All'apogeo dello sviluppo romano non ci fu letteratura. Soltanto quando la nazionalità romana cominciò a rilassarsi e le tendenze elleno-cosmopolite cominciarono a prevalere, sorse in Roma la letteratura e perciò essa, dalla sua stessa origine, e per un'intima necessità, si trovò trasportata sul suolo greco ed in recisa contrapposizione col vero spirito nazionale di Roma.
      La poesia romana, invero, non scaturì direttamente dall'intima ispirazione del poeta, ma dalle esteriori esigenze della scuola che abbisognava di libri scolastici latini, e del teatro che richiedeva opere teatrali latine. Ma da entrambe le istituzioni, la scuola ed il teatro, esalava uno spirito del tutto anti-romano e rivoluzionario. Il perder tempo nei teatri era, per i Romani dell'antico stampo, seri ed attivi, una cosa orribile; e se la repubblica romana dominava il profondo e grandioso principio che nella cittadinanza romana non vi dovessero essere nè padroni nè servi, nè milionari ne mendìchi, e, prima di tutto, che la stessa fede e la stessa coltura dovessero stringere tra di loro tutti i Romani, bisogna ritenere che la scuola e la coltura scolastica erano molto più pericolose, anzi, addirittura distruggitrici del sentimento di eguaglianza.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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