Se il cuoco ed il buffone sono delineati nelle commedie di Plauto con tanta predilezione e vivacità, bisogna osservare che i cuochi greci, già fin d'allora, offrivano quotidianamente nel Foro romano i loro servigi, e che Catone aveva trovata necessaria, nelle istruzioni date al suo fattore, la proibizione di tenere un buffone.
E perciò il traduttore non potè far uso di una gran parte della elegante conversazione attica degli originali.
Il cittadino e il contadino romano si trovavano di fronte al raffinato genere delle taverne e dei lupanari di Atene press'a poco come l'abitante d'una cittadina tedesca di fronte ai misteri del Palais Royal; la scienza culinaria, propriamente detta, non entrava nella sua testa; anche nell'imitazione era grande il numero delle vivande dei Romani ma l'arrosto di carne di maiale prevaleva sempre sulle varie specie di frittura, di salse raffinate, di pesci delicati.
Dei discorsi enigmatici e dei ditirambi della rettorica e della filosofia greca, che negli originali avevano così gran parte, non si trovano, nella traduzione romana, se non scarse tracce.
10. Modo di comporre dei commediografi romani. Il rimpasto, che traduttori romani dovevano fare degli originali greci per adattarli al loro pubblico, li costringeva a togliere o a rifondere intere parti, di modo che riusciva loro impossibile ottenere un risultato artistico.
Ordinariamente, non solo si eliminavano parti intere dell'originale, ma se ne sostituivano altre tratte da commedie diverse del medesimo o d'altro poeta; cosa che, data la forma razionale degli originali ed i loro personaggi permanenti ed i temi, non riusciva tanto male quanto potrebbe supporsi.
| |
Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
|
|
Plauto Foro Catone Atene Palais Royal Romani
|