ubi boni meliores fiant. Nunc vos, si vobis placet,
et si placuimus neque odio fuimus, signum hoc mittite.
Qui pudicitiae esse voltis proemium, plausum date!
(Spettatori, questa è una commedia per i costumi onesti; qua non vi sono traffichi, nè amori, nè sostituzioni di figli, nè truffe, nè un giovane che ami una bagascia di nascosto del padre. Poche commedie come questa sanno inventare i poeti, per la quale i buoni si fanno migliori. Ora, se a voi piacque, e se anche noi vi siamo piaciuti, applauditeci. Chi tiene alla pudicizia, ci applaudisca).
Da ciò si vede come il partito della riforma morale ha giudicato la commedia greca, e vi si può aggiungere, che anche in queste mosche bianche, quali sono le commedie morali, la morale è tale che serve solo a contaminare l'innocenza con maggiore sicurezza.
Chi oserebbe negare che questi spettacoli non abbiano favorito praticamente la corruzione? L'autore di una commedia di questo genere essendosi accorto, mentre la leggeva ad Alessandro, che il re non vi pigliava nessun piacere, si scusò dicendo, non essere sua la colpa, ma d'Alessandro; giacchè per gustare queste composizioni poetiche era necessario essere abituati alle orgie e dare e ricevere bastonate per una ragazza.
L'uomo conosceva il suo mestiere; ma da quello che egli disse si può comprendere a qual prezzo i cittadini romani andassero a poco a poco acquistando il gusto per queste cose greche.
Il governo romano era biasimevole, non già perchè incoraggiasse poco questa specie di poesia, ma perchè la tollerava.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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Spettatori Alessandro Alessandro
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