Il vizio si fa potente anche senza avere una cattedra; ma questo non basta a scusare chi lascia erigergli una cattedra. Fu piuttosto una scusa che non una seria difesa quella di escludere dalla commedia romana, fatta ad imitazione della greca, ogni allusione alle persone ed alle istituzioni di Roma.
La commedia avrebbe forse, dal lato morale, recato minor danno se si fosse lasciata più libera; la vocazione del poeta avrebbe potuto nobilitarsi e formarsi una poesia romana in qualche modo indipendente; poichè la poesia è anche un potere morale, e se essa produce ferite profonde, ha anche molti mezzi per sanarle.
Comunque, in questo campo, il governo fece troppo e troppo poco; la mediocrità politica e l'ipocrisia morale della sua polizia scenica hanno contribuito fortemente alla precipitosa decadenza dei costumi romani.
17. Commedia nazionale. Quella commedia nazionale però, che il governo non lasciava nascere e fiorire in Roma, venne intorno a quei tempi, come pare, in gran voga nelle città provinciali latine; poichè è probabile che verso la fine di quest'epoca fiorisse in quelle città Titinio(73), il più antico scrittore di commedie originali latine che si ricordi (fabulae togatae)(74).
Anche questa commedia si fondava sulla base della neoattica commedia d'intreccio, ma essa non era una traduzione, bensì una vera imitazione. La scena della commedia era in Italia e gli attori comparivano coll'abito italico, la toga.
In essa si scorge, nella sua originale freschezza, il modo di vivere dei latini.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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