Le commedie si rappresentano per la maggior parte nel Lazio meridionale, per esempio a Sezza, Ferentino, Velletri, e si aggirano sulla vita cittadina di queste minori città come lo provano i titoli: «La Psaltria o la vergine ferentina», la «Tibicina», la «Iurisperita», i «Folloni», e come inoltre lo provano parecchie particolari situazioni come, per esempio, un piccolo borghese fa fare le sue scarpe sul modello dei sandali del re d'Alba.
Le parti delle donne superano in proporzione notevole quelle degli uomini(75). Il poeta ricorda, con orgoglio veramente nazionale, la grande epoca della guerra contro Pirro e getta uno sguardo altero sui suoi vicini neo-latini:
Qui Obsce et Volsce fabulantur, nam latine nesciunt.
(Che parlano osco e volsco, giacchè non sanno il latino).
I pochi frammenti delle commedie di questo poeta c'inducono a ricordare la testimonianza di Cicerone, il quale afferma che prima della guerra sociale la coltura generale era maggiore nelle città latine che nella stessa Roma; il poeta accenna poi egli stesso all'inclinazione che avevano i Ferentini pei costumi greci.
È naturale che la vera coltura e la schietta nazionalità latina fossero, da questo pubblico delle città minori, molto meglio rappresentate che non dalle miste moltitudini che affluivano alle feste popolari di Roma.
Questa commedia nazionale, oltre a ciò, sarà stata ispirata, molto probabilmente, dal naturale antagonismo della provincia contro la capitale, come appare contemporaneamente in Catone e più tardi in Varrone.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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