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      Ma il poeta ha senza dubbio avuto un successo.
      Ennio pretendeva di essere l'Omero romano con maggiore ingenuità di quello con cui Klopstock aspirava a passare per l'Omero tedesco; e veramente i contemporanei, e più ancora i posteri, lo considerarono come tale.
      Il rispetto per il padre della poesia romana passò da generazione in generazione, e persino l'arguto Quintiliano dice: «adoreremo Ennio come un annoso bosco sacro, le cui gigantesche quercie millenarie sono più venerande che belle»; e colui che si meravigliasse di ciò, non ha che a ricordarsi di fenomeni consimili, e del successo che ebbero l'Eneide, l'Henriade, la Messiade(84).
      Un possente sviluppo poetico della nazione avrebbe certamente potuto cancellare questo quasi comico parallelo ufficiale dell'Iliade d'Omero e degli Annali d'Ennio, tanto bene quanto noi abbiamo respinto quelle esagerazioni che permisero di chiamare nuova Saffo la Karschin e nuovo Pindaro il Willamov, ma un tale sviluppo non si verificò in Roma. Per il materiale interesse nazionale del poema e per il vigoroso ingegno plastico dell'autore, gli Annali rimasero, tra tutte le antiche opere poetiche, quella che più fu tenuta in pregio e più consultata dalle generazioni seguenti; e così avvenne, in modo singolare, che un'epopea d'imitazione e interamente avversa allo spirito nazionale, scritta da un letterato semigreco, fu dai posteri considerata come il modello del poema romano.
      22. Letteratura prosastica. Non molto più tardi della poesia, ma in modo molto diverso, nacque in Roma la letteratura prosastica.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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