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      Essa non ebbe nè gli stimoli artificiali, coi quali la scuola e la scena furono chiamate a vita precoce, nè gl'impedimenti politici, che in conseguenza della severa e scrupolosa censura teatrale impedivano il progresso, specialmente della commedia.
      Inoltre questa maniera di esercizio letterario non fu posta al bando della buona società dalla riprovazione che colpiva sin dai primi tempi chi si esponeva a «pubblico spettacolo». Perciò, se la letteratura prosastica si presenta meno vivace e meno feconda della contemporanea letteratura poetica, essa progredisce in modo più naturale; e mentre la poesia è quasi sempre abbandonata alla bassa classe dei popolani, non annoverandosi fra i noti commediografi di questo tempo nemmeno un nobile romano, si trova appena tra i più antichi prosatori un nome non senatorio, poichè questo genere di letteratura fu coltivato dalla più alta aristocrazia, dai personaggi che coprirono cariche consolari e censorie, dai Fabi, dai Gracchi, dagli Scipioni.
      È naturale che la tendenza conservatrice e nazionale si accordasse meglio colla letteratura in prosa che non colla poesia, ma anche nella prosa, e particolarmente nel più importante ramo di questa letteratura, cioè nella storiografia, l'ellenismo ebbe una grande, anzi una troppo grande influenza, tanto per la materia quanto per la forma.
      23. Storiografia. Sino al tempo d'Annibale non vi era in Roma alcuna traccia di storiografia, giacchè la registrazione nel libro degli Annali apparteneva alla categoria delle memorie e non a quella della letteratura, e non si fece mai alcun tentativo di esporre, in modo continuativo e razionale, gli avvenimenti che erano ricordati nella cronaca.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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