Secondo la cronologia d'Eratostene, che sino d'allora era già considerata come fondamentale, questo anno corrispondeva al 436 dopo la caduta di Troia, ma ciò non impedì che l'abiatico del troiano Enea fosse considerato come fondatore di Roma.
Catone, che, come buon finanziere sapeva far di conto, riscontrò questo calcolo, richiamò senza dubbio l'attenzione generale su tale contraddizione, ma non pare che vi abbia proposto un rimedio; questo solo sappiamo, che non è da attribuirsi a lui l'inserzione della lista dei re d'Alba, fatta a questo scopo in un'epoca posteriore.
La stessa mancanza di critica che riscontriamo nella storia primitiva la troviamo sino ad un certo grado anche nella narrazione degli avvenimenti del tempo storico.
I racconti erano sempre coloriti secondo la passione e i partiti, come, per es., l'esposizione di Fabio sull'origine della seconda guerra punica, esposizione che fu da Polibio censurata con quella fredda asprezza che gli è propria. Ma in questi casi è più giusta la diffidenza che la censura. È poco men che ridicolo pretendere dai Romani contemporanei d'Annibale un giudizio equanime sui loro nemici mortali, ma con tutto ciò non si è potuto provare che i padri della storia romana abbiano coscentemente alterato i fatti, almeno per quanto lo consentiva il loro sincero patriottismo.
29. Scienza. A quest'epoca risale anche l'origine della coltura scientifica e delle opere scritte.
L'istruzione si era limitata, sino allora, al leggere e allo scrivere e alla conoscenza delle leggi del paese(89). Ma il contatto coi Greci fece nascere a poco a poco nei Romani l'idea d'una coltura più generale e lo studio si diresse non già ad adottare o trapiantare addirittura la coltura greca a Roma; ma a modificare alquanto la romana sul modello di quella.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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