Pagina (292/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nè deve credersi che fosse mancato un contemporaneo movimento intellettuale nei paesi ove si parlava il sabellico e l'etrusco. Quando si fa menzione di tragedie scritte in lingua etrusca, quando vasi di terra con iscrizioni osche tradiscono la conoscenza che ebbero i loro artefici della commedia greca, s'affaccia naturalmente la domanda se contemporaneamente a Nevio ed a Catone, anche sulle rive dell'Arno e su quelle del Volturno non andasse formandosi una letteratura foggiata come la romana sul modello ellenico.
      Ma di ciò non rimase alcuna testimonianza positiva e la storia non può in questo caso, come in tanti altri, che indicarne la lacuna.
      Circa la letteratura romana, la sola sulla quale ora ci è concesso un giudizio, per quanto il suo valore assoluto possa apparire discutibile all'esteta, però rimane sempre, per chi vuol conoscere la storia di Roma, l'unico riflesso della vita intima intellettuale d'Italia durante il sesto secolo, secolo armisonante e pieno dei destini futuri, nel quale si compì lo sviluppo italico e la gente latina mosse i primi passi nel più vasto arengo della civiltà mondiale. Anche in ciò domina quella discordia che in quest'epoca invadeva dappertutto la vita della nazione, e che caratterizza il tempo di transizione.
      35. Letteratura ellenizzante. Nessun uomo, spoglio di prevenzioni e non affascinato dalla veneranda antichità di due millenni, può ingannarsi sulle deficienze della letteratura elleno-romana.
      La letteratura romana sta alla greca come un'arancera della Germania ad una selva d'aranci della Sicilia; tutte e due possono far diletto, ma non si possono nemmen per ombra confrontar l'una con l'altra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Nevio Catone Arno Volturno Roma Italia Germania Sicilia