Pagina (304/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma più decisamente si andava manifestando nella vita domestica la trasformazione dell'architettura delle abitazioni, che si deve riportare al più tardi a quest'epoca; gradualmente vediamo introdotte nelle abitazioni la sala (atrium), il cortile (cavum aedium), il giardino col suo porticato (peristylium), il locale per la conservazione delle carte (tablinum), la cappella, la cucina, le camere da letto; e quanto all'addobbo interno cominciò ad usarsi tanto nel cortile quanto nella sala la colonna per sostenere la volta aperta e così pure per il loggiato del giardino, sullo stile dei modelli greci. Ma il materiale usato per le costruzioni rimase alla sua semplicità primitiva; «i nostri padri» dice Varrone «abitavano in case costruite di mattoni e vi facevano un rozzo lastricato di pietre da taglio solo per garantirsi contro l'umidità».
      38. Plastica e pittura. Della plastica antica dei Romani non vi sono altre tracce che quelle in cera delle immagini degli avi. Più spesso si parla di pittura e di pittori.
      Manlio Valerio fece dipingere sulla parete laterale del senato la vittoria da lui riportata sui Cartaginesi e su Gerone dinanzi a Messana l'anno 491=263; furono questi i primi affreschi in Roma e sono nel campo della pittura ciò che non molto più tardi divennero l'epopea ed il teatro nazionale nel campo della poesia.
      Tra i pittori è ricordato un certo Teodoto, il quale, come Nevio diceva:
      Sedens in cella circumtectus tegetibusLares ludentis peni pinxit bubulo;
      (Sedendo nel santo luogo avvolto di coperte dipinse i Lari scherzanti colla coda di bue).


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Varrone Romani Valerio Cartaginesi Gerone Messana Roma Teodoto Nevio Sedendo Lari