Sono comuni anche frammenti greci, per esempio nella Casina (III, 6, 9): pràgmata moi parècheis, Dabo mega kakòn, ut opinor (Mi dai fastidi - Non ti darò soltanto fastidio ma anche malanno, come penso); e così le arguzie greche, come nelle Bacchides (240): opus est chryso Chrysalo (ci vuole un aureo Crisalo); e così anche Ennio presuppone notorio agli spettatori il significato etimologico di Alessandro e di Andromaca (VARRONE, de l. l., 7, 82). Le più caratteristiche di tutte sono le formazioni semigreche, come ferritribax, plagipatide, pugilice, o nel Miles gloriosus (213) Euge, euscheme hercle astitit sic dulice et comoedice! (Oh bene! s'è così presentato in buon assetto piacevolmente e comicamente!).
(54) Uno di questi epigrammi composti sotto il nome di Flaminino così dice:
Olà! figli di Giove, olà! TindaridiRegi di Sparta, che di gir su celeri
Destrier godete! un alto don presentaviTito, schiatta d'Enea, che per sua opera
Di Greci i figli in libertà sen vivono.
(55) Tale per esempio era Chilone, lo schiavo di Catone il Vecchio, il quale come maestro di ragazzi guadagnava danaro pel suo signore. (PLUTAR., Cato mai. 20).
(56) L'uso più recente, in forza del quale il liberto assumeva necessariamente il nome del suo padrone, non era conosciuto nella Roma repubblicana.
(57) In una delle tragedie di Livio troviamo:
quem ego néfrendem alui lácteam immulgéns opem
(che io nutrii ancor senza denti mungendogli il latte).
I versi d'OMERO (Odissea, 12, 16):
… ud'ara Kìrchen
ex Aìdeo elthòntes elèthomen, allà mal'oka
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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