Anche nei frammenti è preponderante il sesso femminile.
(76) Per poterne fare il confronto, si riporta qui l'introduzione della Medea originale d'Euripide e della versione di Ennio:
Eith'ophel Argùs mè diaptàsthai skàfosKòlcon es aìan küanèas Sümplegàdas
Med'èn nàpaisi Pelìu pesein poteTmetheisa pùke, med'ereteosai chèras
Ándron arìston, oì tò pànkrüson thèrosPelia metelthon, u gar an dèspoin'emè
Mèdeia pürgus ghes èpleüs' Iolkìas
Èroti thümòn ekplagheis Iàsonos.
Utinam ne in memore Pelio securibuscaesa accidisset abiegna ad terram trabes,
neve inde navis inchoandae exordiumcoepisset, quae nunc nominatur nomine
Argo, quia Argivi in ea dilecti virivecti petebant pellem inauratam arietis
Colchis, imperio regis Peliae, per dolum.
Nam nunquam era errans mea domo efferret pedemMedea, animo aegra, amore saevo saucia.
A non foss'ella maiIta d'Argo la nave al suol di Colchi,
Nè fosse mai su le selvose cimeDel Pelio monte il pin caduto a terra,
Che noi avriano i valorosi eroiCh'indi a Pelia recato l'aurato vello
Diviso del mar co' lunghi remi il senoE di Giasone a suo gran danno accesa
A te Tessale rive unqua non foraApprodata Medea....
Ah non fosse mai nella selva del Pelio caduto sotto la scure l'abete e non fosse con quello stata posta mano alla costruzione della nave, Argo chiamata perchè di Argo un'eletta schiera raccolse, onde per comando di re Pelia con arte da Colco il dorato vello d'ariete involare! Allora Medea, ammalato il cuore, dalle pene d'amore lacerata, non avrebbe posto il piede errante dianzi la casa mia.
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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 343 |
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