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      Istruttive sono le differenze che presenta la traduzione confrontata con l'originale, non solo per le tautologie e le perifrasi, ma ancora per l'omissione o la spiegazione dei nomi mitologici meno conosciuti: delle Simpiegadi, del paese di Colco, di Argo. In Ennio sono perņ rari i veri errori di traduzione.
      (77) Gli antichi avevano, senza dubbio, ragione di riconoscere come un ritratto del carattere del poeta quel brano nel settimo libro della cronaca, in cui il console chiama a sč il confidente: «col quale egli volentieri e sovente divideva la sua mensa conversando e trattando i propri affari, quando stanco delle consultazioni su importanti cose ritornava dal foro e dal senato, e a cui, senza preoccupazioni, poteva confidar tutto ciņ che si diceva di pił o meno importante, di bene e di male, o per scherzo; col quale in casa e fuori aveva diviso molti piaceri; il quale nč per leggerezza nč per malizia si lasciava indurre da disonesto suggerimento ad una cattiva azione; uomo istruito, devoto, piacevole, eloquente e di buon cuore, che parlava a proposito e convenientemente, con prudenza e brevitą, comodo nel conversare e conoscitore dei fatti passati e dei costumi presenti e passati, avendolo istruito gli anni e le leggi in molte cose divine ed umane; egli era inoltre capace di narrare o di tacere un discorso che avesse udito.
      (78) Dalla definizione del vaticinatore in Euripide (Ifig. in Aul., 956), risulta che egli č un uomo «che dice poche cose vere, fra molte false, nel miglior caso, e, se non indovina, poco importa», il traduttore latino ne ha fatto la seguente tirata contro gli indovini d'oroscopi: «Egli interroga in cielo i segni degli astrologi; osserva se sorge la capra di Giove, il cancro o la fiamma di un'altra bestia; scruta le plaghe del cielo e non vede ciņ che gli sta ai piedi».


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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