Nostro disegno non è pertanto di diminuire il merito di ciò che è stato scritto su tal materia, ma solamente di dare alla Gioventù un'idea di questa sorte d'Opere, di stimolare la loro curiosità, di far loro nascere la voglia d'istruirsi a fondo di ciò che qui non si appresenta che sommariamente, e d'ispirar loro bastante coraggio per non arrestarsi alle difficoltà, che in questo Studio s'incontrano.
Gli Scritti degli Antichi sono ripieni non solo di fatti e termini, che non si possono intendere se non si ha qualche cognizione dei loro usi e costumi, ma ancora di semplici allusioni a questi stessi usi, de' quali l'ignoranza fa sì che non s'intenda realmente ciò che si crede di apprendere. Questo è ciò che il Signor Le Clerc dimostra nella sua Ars Critica; Opera eccellente, e che non può essere mai abbastanza letta da coloro, che insegnano o studiano le Lingue antiche. Egli vorrebbe, che non s'intraprendesse la lettura e la spiegazione d'un Autore, senz'aver prima la cognizione delle opinioni e de' costumi principali della sua Nazione. Egli si lagna a tal proposito, che nessun Antico abbia scritto particolarmente sugli usi del suo tempo; poichè non è giunto alcuno a farli conoscere se non se con immense fatiche; e per quanto numerose ed ampie sieno le Collezioni, che si sono fatte, pure non possiam confidare di averli tutti trovati. Quanti non ve ne ha sì incerti e sì oscuramente spiegati, che quel poco, che se ne sa, non è stabilito che sopra somiglianze, relazioni, e semplici congetture?
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