Una condizione sì manifesta nella interpretazione di questa parola deve far concludere, che si è preso sbaglio, e per consaguente dar luogo a nuove ricerche, che possano al vero senso condurre. La parola Crater o Creter essendo puramente Greca, egli è naturale di cercarne in questa Lingua il significato. Trovasi colla sua vera etimologia al Cap. VI. Lib. V. di Ateneo. Il Crater, secondo l'idea che ne dà questo Autore, e che Meziriac ha benissimo sviluppato ne' suoi Commentarj sopra l'Eroidi di Ovidio "era un gran vaso, di cui non si faceva uso per bervi dentro, ma solamente per mescolarvi l'acqua col vino, secondo che piaceva; e da questo vaso si cavava il vino cosi mescolato per mezzo di tazze, oppure ne versavano prima nei boccali, e quindi nelle tazze".
Il Crater non essendo dunque un vaso da bere, non vi è difficoltà sul passo dell'Eneide citato di sopra, ove si dice che Anchise coronò di fiori un gran Crater; poichè questo vaso era fatto in modo che si poteva benissimo adattargli un tale ornamento.
Osserviamo ancora in proposito del Crater, che senza tormentarsi a cercargli una denominazione nella nostra Lingua tra quelle de' nostri gran vasi, che vi potessero aver relazione, sarebbe molto meglio il lasciargli in nostra Favella il proprio nome Greco. Bisognerebbe altresì praticar lo stesso riguardo a quasi tutti i nomi di paesi, città, fiumi, popoli, dignità, cariche, abiti, ec., che si trovano negli antichi Autori. La follìa di ridur tutto ai nostri costumi sfigura l'Antichità, e la rende non più conoscibile ne' loro Scritti, da' quali se ne fanno sparire, per quanto si può, le venerabili traccie.
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