ACERRA. Era un piccolo Altare, che si collocava presso una tomba, e sul quale i parenti, o gli amici del morto si facevano un dovere di Religione di bruciare spesso de' profumi; una specie di Cassetta, ove ponevasi dell'incenso, chiamavasi pure acerra.
ACETABULUM. Misura Romana, che conteneva l'ottava parte del sextarius, e in acqua il peso di due oncie Romane e mezza, che fanno due oncie due grossi, e 16. denari e mezzo di Francia.
ACINACI. Armi offensive presso gli antichi, e particolarmente tra' Parti, che gli antichi chiamavano pure Persiani: era una specie di paloscio, o sciabola.
ACNUA. (V. Actus).
ACQUA lustrale. Era acqua, in cui era stato spento un tizzone ardente preso dall'ara ove si offriva il sagrifizio. Gli antichi avevano una estrema venerazione per quell'acqua, di cui si servivano nelle loro purificazioni. (V. purificazione).
ACQUIDOTTO Gli antichi hanno conosciuto l'uso degli acquidotti, ma nessun popolo n'ha spinta tanto lungi la magnificenza quanto i Romani. Possiamo farcene una idea consultando le saggie Ricerche sugli Acquidotti di Lione del Sig. De Torme, gią Accademico di quella cittą, in cui descrivendo uno di quegli acquidotti, che aveva quindici leghe d'estensione entra in particolaritą molto interessanti sulla intelligenza dell'ingegneri, che avevano imaginato tal progetto, sul piano dell'impresa, sulla grandezza ed ardire della esecuzione, su i luoghi, per cui passava l'acquidotto, sulla forma e la materia del fabbricato, su differenti ponti, di cui gli uni portavano un semplice canale, e gli altri dei tubi ricurvi per traversare le valli le pił profonde sulla quantitą d'acqua, che l'acquidotto poteva somministrare ogni giorno, ec.
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