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      In seguito questo diritto si estese indifferentemente a tutti i Senatori, che lo portavano per abitudine, ed in ogni occasione. Finalmente l'anello d'oro divenne il segno di distinzione de' Cavalieri, in guisa che quella formula sì comune ai Romani aureo annulo donari, vale a dire ricevere l'anello d'oro, era come l'atto, che comprovava la recezione d'un Cittadino nell'ordine dei Cavalieri. Il popolo portava l'anello d'argento, e gli schiavi quello di ferro. Dopo la rovina della Repubblica tutto fu confuso, e l'uso dell'anello d'oro fu accordato anche a degli schiavi renduti liberi.
      Un'altra sorte d'anelli erano quelli, di cui si faceva uso non solo per sigillar lettere, contratti, diplomi, ma ancora gli scrigni, armadj, le anfore ec. I Romani li chiamavano annuli signatorii, sigillatorii, cirographi o cerographi, e se ne attribuisce l'invenzione agli Spartani. Ognuno vi faceva incidere la figura, che credeva a proposito, come d'una Divinità, d'un amico, d'un cavallo, d'un cane, d'un carro, d'un'ancora, ec.; ma questo anello gli era particolare, non serviva che a lui solo, e non andava in mano d'altri. L'emblema, che adottavasi, gli era proprio, e teneva luogo della cifra, di cui si fa uso ne' proprj sigilli da quelli, che non hanno stemma veruno.
      La terza specie d'anelli era di quelli, che il futuro marito dava alla Sposa nel giorno in cui si stabilivan le nozze, come per caparra o per pegno di quanto si determinava con esse. Si chiamavano questi anelli annuli sponsalitii, geniales, pronubi, nuptiales.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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