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      Questi erano comunemente di ferro, senza pietre, e si mettevano per il solito al quarto dito. In seguito il costume portò di non dar questo anello che il giorno dello sposalizio, e quest'uso sussiste sempre presso di noi, e presso altri popoli ancora.
      Vi erano finalmente degli anelli inventati dalla superstizione ed accreditati dall'impostura. I Greci li chiamavano farmaciti, e gli Arabi talismani; e son quelli, che in seguito sono stati detti anelli incantati. S'incideva sopra questi anelli de' caratteri magici, e vi si rinchiudeva dell'erba tagliata in certi tempi, o delle piccole pietruzze trovate sotto certe Costellazioni. Coloro, che portavano tali anelli, si credevano al sicuro da ogni sorta di disgrazie, e come assicurati del buon successo di tutto ciò, che imprendevano. I Ciarlatani, che ne facevano un traffico, spacciavano mille assurde favole, più impertinenti le une dell'altre, e da cui i Principi ed i Re medesimi sono stati spesse volte ingannati.
      ANFITEATRO. L'Anfiteatro era un vasto edifizio di figura tonda od ovale destinato agli spettacoli dei gran Giuochi, cioè dei gladiatori, delle caccie, de' combattimenti di bestie feroci contra i rei, ec. Dapprima gli Anfiteatri furono di legno, e costruiti soltanto per il tempo che durar doveva lo spettacolo, di cui si trattava, ma in seguito si edificaron di pietra. Il più grande ed il più magnifico degli Anfiteatri dei Romani fu quello, che Vespasiano incominciò, e che dal di lui figlio Tito fu terminato. Poteva contenere 80. mila spettatori seduti, senza contare la piattaforma dell'edifizio, ove circa 20. mila persone potevano parimente vedere i giuochi.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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