Nell'intervallo tra atto ed atto delle Rappresentanze regolari comparivano alcuni sul pulpitum del Teatro per divertire gli spettatori con de' giuochi di destrezza e con delle buffonate, mentre che tutto si disponeva pel cangiamento delle decorazioni, che si faceva ad ogni atto, specialmente nelle Tragedie. (Vedi Mimi).
APEGA. Era un Automa inventato da Nabi tiranno di Sparta, che gli diede il nome, che aveva sua moglie, perchè questa macchina ne rappresentava la figura, e le rassomigliava perfettamente. Il tiranno se ne serviva per far morire crudelmente quelli, che avevano la disgrazia di dispiacergli. Questa falsa Apega magnificameute vestita era assisa sopra una sedia, ed aveva le braccia ed il seno ripieno di punte di ferro, che rimanevano nascoste sotto i vestimenti. Quando Nabi non otteneva da qualcuno ciò che gli domandava, gli diceva tranquillamente che non dubitava che Apega non riuscisse a persuaderlo. Allora andava a prendere per la mano la macchina infernale, che alzandosi tosto camminava, e si avanzava condotta dal tiranno verso il paziente presso del quale essendo giunta lo abbracciava, lo stringeva, se lo accostava al petto, e lo faceva perire trafitto da tutte le parti dalle punte, di cui era armata. (Polibio lib. 13.).
APOBATERION. Presso gli Antichi era un Discorso o Poema di congedo fatto da persona, che parte dal suo paese o da qualche altro luogo, in cui era stato ben ricevuto e trattato. Tale è quello di Enea nel terzo libro dell'Eneide. Apobaterion è l'opposto di Epibaterion.
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