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      Si crede che tal Consiglio fosse antico quanto la Nazione medesima. Cicerone e Plutarco ne attribuiscono l'istituzione a Solone; ma questi non fece che stabilirlo nuovamente dandogli più lustro ed autorità, che non aveva fin allora avuto, e per tal motivo riguardato egli fu come il fondatore.
      Il numero dei Senatori dell'Areopago non era determinato: si vede che in certi tempi ascendeva fino a due o trecento. Solone giudicò che non vi fossero che gli Arconti usciti di carica, che dovessero onorarsi di una tal dignità.
      Questo Senato era incaricato di far osservare le Leggi: aveva altresì l'ispezione sopra i costumi, e specialmente il giudizio della cause criminali. Teneva le sue sedute in un luogo scoperto. e in tempo di notte. Ciò facevasi probabilmente per non trovarsi sotto il medesimo tetto coi rei, e non macchiarsi con tal sorte di commercio, come pure per non lasciarsi intenerire alla vista dei colpevoli, e per non giudicare che a forma delle Leggi e della Giustizia. Per questo istesso motivo l'Oratore, che stava davanti ai Giudici, non poteva fare nè esordio, nè perorazione. Non gli era permesso di eccitar le passioni, ma si obbligava a ristringersi unicamente alla causa, che esso trattava.
      Questo modo di difender davanti all'Areopago aveva, per così dire, dato il tuono al Tribunale d'Atene, e si era esteso a' Discorsi, che si preferivano davanti agli altri Tribunali. Forse ne viene da ciò che il principio ed il fine delle Arringhe del famoso Demostene sembrano così semplici, e spogliate affatto di qualunque ornamento.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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