Pertanto Omero medesimo fa pure menzione dei bagni domestici: "Telemaco e Pisistrato, dice quel Poeta, furono condotti in dei bagni di una estrema proprietà. Le più belle Schiave del Palazzo li profumarono con essenze, e diedero loro delle superbe vesti ec. (Odissea Lib. 4.). Non è il solo luogo ove parlisi di tali bagni; ma ciò che fa stupire si è, che le donne vi servivano gli uomini.
Havvi luogo a Credere, che i Greci fossero i primi, che nelle loro case ebbero delle sale unicamente destinate all'uso dei Bagni. Dalla Grecia quest'uso passò ai Romani, quali ai distinsero sempre in questa parte come nelle altre per la loro prodigiosa magnificenza.
La descrizione, che Plinio il giovane fa della sua casa di Laurensto, può dare un'idea di questa sorte di Bagni. (V. Ville).
Presso i Bagni eravi una sala per il giuoco della Palla, che era ordinariamente un annesso alla fabbrica destinata ai Bagni; perchè si costumava di esercitarsi a quel giuoco prima di bagnarsi. Dopo il bagno si passava a tavola per il pasto, che si prendeva in comune verso le 4. ore dopo mezzogiorno, e che dicevasi Coena. Oltre ai Bagni particolari, che non era possibile che ai Principi, ai Grandi ed ai Ricchi di avere nelle proprie case, vi erano quelli Pubblici per il Popolo.
In Grecia non ve n'erano altri, che ai potessero riguardar come pubblici, se non se quelli che facevano parte dei Ginnasj; ma a Roma ve n'erano in tutti i quartieri della Città, e la maggior parte di una vasta estensione. Ciascun particolare poteva prendere il Bagno per un quarto d'un As, come lo dice Orazio; ciò che non corrisponderebbe che a 4. denari circa; ed anzi i ragazzi al disotto di 14. anni vi erano ricevuti gratis.
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