Non parlo della difficoltà di guidare un Carro molto più grande di quella di maneggiare un Cavallo, nè del gran terreno, che i Carri occupavano: dico soltanto che vi erano due Uomini sopra ogni Carro; questi due uomini erano persone di riguardo, ed amendue idonee al combattimento. Non ve n'era per altro che uno dei due, il qual combattesse, l'altro essendo occupato a guidare i Cavalli. Di due uomini eccone intanto uno perduto. Di più eranvi certi Carri non solo a due, ma a tre ed a quattro Cavalli per un sol Uomo da guerra; altra perdita, che merita pure d'essere calcolata. Mi sembra, soggiunge la Sig. Dacier, che la Cavalleria propriamente detta non si trovi distinta dai Carri, che verso il tempo di Samuele e di Saulle, cioè centoventi anni dopo l'assedio di Troja.
Ciò che inoltre dee fare stupire si è, che quando l'esperienza ebbe fatto conoscere il vantaggio della Cavalleria propriamente detta, non venne tampoco interamente sostituita ai summentovati Carri da guerra.
Per rimediare in parte all'inconveniente de' Carri da guerra, Ciro ne cambiò la forma, e raddoppiò il numero dei Combattenti, mettendo il Conduttore in istato di combattere egli medesimo; e siccome questo Principe vi aggiunse delle falci, gli fu attribuita questa invenzion di tal cosa, che rendeva più terribili i Carri, sebbene molto tempo avanti di esso se ne fossero veduti nei combattimenti alcuni consimili ai Carri armati di falci.
Ecco, secondo Senofonte, quello che operò Ciro a fine di perfezionare i Carri da guerra.
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