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      In effetto era indifferente per essere ammesso nell'Ordine de' Cavalieri l'essere di Famiglia Patrizia o Plebea: bastava soltanto d'essere Cittadino Romano, d'avere l'età di 18. anni, e 400. mila sesterzj di valore: Beni, che fanno in vecchia moneta di Francia un Capitale di Lire 86033.6.8. In quanto a ciò che riguarda i particolari ornamenti, ed i segni, che portava il Cavaliere Romano, se ne conoscono tre, i quali sono la phalera, gli anelli d'oro, e la veste detta trabea. Rispetto all'angusticlava fu questo un distintivo, che non s'introdusse se non dopo dello stabilimento dell'Ordine Equestre, e che faceva conoscere i Cavalieri differenziandoli dai Senatori. La Repubblica somministrava a ciascuno di essi un Cavallo, che per tal motivo era detto equus publicus. Finalmente avevano de' posti particolari nell'Anfiteatro, nel Circo, e negli altri Spettacoli pubblici.
      Oltre alla guerra, che era la principale occupazione dei Cavalieri Romani, ottennero altresì il diritto d'amministrar la giustizia e profferir sentenze in molti affari contenziosi speciali; ma quasi sempre unitamente al Senato. In generale erano molto considerati in Roma, ed è ciò tanto vero quanto che gli Appaltatori delle Entrate della Repubblica si traevano dal loro Corpo e parimente tra di loro venivano scelti i soggetti o individui per passar nel Senato. La rivista detta transvectio, che ne veniva fatta tutti gli anni, non servì che a dar loro una considerazione maggiore.
      Ecco come eseguivasi. Agli Idi di Luglio, vale a dire il 15. di questo Mese, tutti i Cavalieri con una corona d'olivo in capo e vestiti con abito di cerimonia montavano a Cavallo, portando in mano i militari ornamenti, che avevano ricevuti dai Generali in premio dei loro valore, e così sfilavano in rivista dal Tempio dell'Onore fino al Campidoglio.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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