Effettivamente il primo d'ogni mese si pagavano questi sovventori almeno in quanto all'interesse dei lor Capitali; come pure il primo giorno di ciascun mese somministravano il denaro, che veniva loro richiesto in prestito. Così ogni frutto di denaro in Roma era relativo a questo periodo di tempo. Raramente si faceva un imprestito per il termine un anno; e quando si conveniva per un tal tempo, il creditore però ne riceveva puntualmente i frutti nel primo di ciascun mese.
L'As, e le sue divisioni o parti, che possono riscontrarsi nell'articolo (Libbra Romana) servirono ad esprimere il quantitativo dell'interesse, che produceva ogni mese un capitale accordato a imprestito e a cambio. Così supposto che il sovventore non volesse che la metà d'un sestertius il mese per 100. sestertius, che egli prestava, questa metà d'un sestertius si chiamava semisses usurae; e questo frutto, che reputavasi moderato, ragguaglierebbe adesso al mezzo per cento il mese; ciò che sarebbe il sei per cento l'anno: imperocchè i moderni contano più spesso per anni gl'interessi, e gli altri profitti, come le entrate o prodotti. Ma perchè i Romani chiamavano questo frutto di un mezzo centesimo il mese semisses usurae? Si è perchè eglino riguardavano il centesimo intero del Capitale come un'unità, un tutto, che consideravano allora come un as, e lo dividevano in conseguenza come l'as medesimo.
Per lo che allorquando l'interesse era per ogni mese il centesimo intero del Capitale chiamavano questo interesse asses usurae o centesimae usurae, impiegando quasi sempre al plurale la parola usura, e quelle voci che la modificavano.
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