Così la parola Latina Crux significa piuttosto tortura, tormento del corpo, e dello spirito, come Cruciare significa tormentare in qualunque modo si sia, più di quello che significhi una Croce, istrumento patibulario. I Romani avevano altri termini, di cui si servivano più ordinariamente che della parola Crux, per denotare l'istrumento di questo supplizio propriamente detto, come infelix arbor, infelix lignum, infamis stipes, patibulum. Non abbiamo per lo più altra idea d'una Croce se non che quella, di cui vediamo per tutto imagini, e sulla quale è stato consumato il Mistero della nostra Redenzione; ma ve n'erano di molte altre sorti. Sembra che da principio non fosse che una semplice colonna di legno, sulla quale s'inchiodava un uomo colle mani riunite ed alzate sopra la testa, e i due piedi insieme nel punto della medesima colonna ove potevan distendersi. Talvolta era un palo di legno preparato in modo che la parte superiore formava una punta acuta e lunga, che si faceva passare in tutta la lunghezza del corpo del reo, e gli si faceva uscir dalla bocca. Sovente si servivano d'un albero, inchiodandovi le mani del reo ai due primi rami opposti l'uno all'altro, ed al tronco i piedi.
Quando si faceva la Croce di legno, oltre alla forma conosciuta da tutti, se le dava quella della lettera X, o della lettera T, o quella dell'Y, ec.
Sotto quest'ultima forma ai chiamava talvolta e propriamente Furca; ma questa denominazione si dà ancora ad altre specie di Croci diversamente figurate, che si possono vedere nel Libro intitolato: Justi Lipsii de Cruce Libri tres ad sacram profanamque historiam utiles, una cum notis Amst.
| |
Latina Crux Cruciare Croce Romani Crux Croce Mistero Redenzione Croce Furca Croci Libro Justi Lipsii Cruce Libri Amst
|